Che cos’è l’Aikido?                                                                                                                21/11/2010

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Alla domanda «che cos’è l’Aikido?» si può rispondere solamente «praticate! praticate ancora!». A pensarci bene può essere la sola vera risposta. Tuttavia una simile risposta non saprebbe soddisfare la curiosità di un allievo alle prime armi che, varcata la misteriosa soglia di un Dojo, si trova in mezzo a persone vestite con costumi bizzarri, che fanno uso di parole giapponesi e che si abbandonano ad uno «strano balletto» fatto da inchini e movimenti a prima vista molto facili a ripetersi, ma che più tardi, durante la pratica, si rivelano in tutta la loro difficoltà.

 

Ancor più esasperante per il nostro sfortunato avventuriero è la tipica risposta a tutte le sue domande: «Capirai più in là», variante del «mangia la minestra e taci» che fa parte della nostra infanzia.

 

Che cos’è l’Aikido? Se il termine «arte marziale» indica un insieme di tecniche di combattimento orientali, è chiaro che l’Aikido è un’arte marziale. Ma siccome l’insieme di queste arti riunisce il Kung Fu del cinema, uno sport come il Judo, le diverse scuole di Karate, l’Aikido e molti altri stili, sarebbe meglio andare ad analizzare le parole giapponesi che in Occidente sono state tradotte con il termine di «arte marziale».

 

Ci accorgiamo quindi che «arte marziale» è un termine che traduce indistintamente le parole giapponesi «Bujutsu» e «Budo».

 

Il Bujutsu è l’insieme di scuole classiche (Ryu) che studiavano nella maggior parte dei casi un sistema completo di combattimento che comprendeva il maneggio della spada, la lotta a mani nude ecc… La chiave di volta di questo sistema era la strategia (Heïhojutsu), considerata l’arte ultima della guerra.

 

Il Bujutsu studia quindi la guerra e soprattutto la strategia, perché così come dice Miyamoto Musashi: «Se riusciamo a vincere facilmente un nemico perché conosciamo perfettamente tutti i principi della scherma, allora potremmo vincere chiunque. Quei principi che ti permettono di sconfiggere un solo uomo, ti renderanno vittorioso contro 1.000 o 10.000 nemici».

 

Questi insegnamenti hanno trovato la loro più alta espressione ai tempi dell’antica Cina e più precisamente nell’opera di Sun Tzu «L’arte della guerra», il più grande classico sulla strategia, il libro prediletto dei samurai giapponesi e di Mao Tse Tung.

 

Nel libro troviamo scritto: «La vittoria è l’obbiettivo principale della guerra», e continua: «gli esperti nell’arte della guerra sottomettono l’esercito nemico senza combattere». Nel dir ciò non dimentichiamo che la guerra di cui si parla non ha nessun rapporto con i giganteschi massacri internazionali ai quali ci dedichiamo al giorno d’oggi. E Li Chu An fa riferimento proprio a questo aspetto della guerra quando dice: «Non incoraggiate le uccisioni».

 

In poche parole raggiungere la vittoria attraverso la pace è l’ideale al quale tende l’arte della guerra: questo implica certo un grande rigore morale; nondimeno quest’arte non si orienta esplicitamente verso una trasformazione interiore dell’uomo, bensì verso la vittoria al servizio dello stato o del sovrano detentore del mandato celeste.

 

Se possiamo quindi sostenere che il Bujutsu fa parte della Via dei sensi dove la Via del cielo governa tutte le azioni umane, la sua finalità non è mai stata l’unione con la Via.

 

Al contrario il Budo, che significa Via del guerriero, a differenza dell’arte della guerra, pone immediatamente la Via come scopo e pratica, ossia trascendere la condizione umana percorrendo la Via del guerriero. La strategia diventa un mezzo per annientare l’ego e permettere all’uomo di trasformarsi nella Via stessa e di essere uno con il Cosmo.

 

La differenza tra il Bujutsu e il Budo è spiegata chiaramente da Miyamoto Musashi nel suo «Libro dei Cinque Anelli». Ne estraggo solamente l’esortazione finale: «Il bushi (samurai) deve apprendere la via della spada in modo sicuro ed allenarsi nel contempo nelle altre arti marziali perfezionando le sue tecniche, cacciando dal suo spirito i problemi; senza fermarsi per un solo istante, deve pulire il suo spirito, la sua volontà, la sua perspicacia e la sua capacità di osservazione. Vengono cacciate le nuvole degli affanni; il cielo si fa chiaro e svela il vero vuoto. Nello stato di Vuoto non esiste il male ma solamente il bene. Quando si raggiunge la saggezza, la ragione e lo spirito della spada, si può raggiungere lo spirito del Vuoto».

 

La guerra propriamente detta è quindi destinata nel Budo a raggiungere un ulteriore obbiettivo che è la conoscenza della legge della guerra e della strategia, e che rappresenta a sua volta le fondamenta dell’edificio di quest’arte.

 

CHE COS’È L’AIKIDO?

Mao Tse Tung si rifà alla più antica tradizione cinese quando scrive: «le leggi della guerra, come le leggi di tutti gli altri fenomeni, sono il riflesso della realtà oggettiva sul nostro spirito». L’obbiettivo del Bujutsu viene raggiunto quando acquistiamo questa conoscenza. Essa non rappresenta che la prima tappa del Budo al termine della quale questa conoscenza verrà applicata nel più difficile dei combattimenti: la guerra contro l’ego. Quest’ultimo è considerato come una macchia che sporca la nostra natura originale che ci impedisce di conoscere la vera libertà e di partecipare alla vita dell’universo.

 

E’ ora chiaro che il Budo non ha nulla a che fare con le tecniche di difesa che mirano solamente a nutrire la nostra paranoia o con lo sport che con il suo spirito di competizione si situa agli antipodi di questa ricerca.

 

Per concludere questo capitolo vorrei citare queste parole di O Sensei: «Per chi ha capito i principi essenziali dell’Aikido, l’universo è in lui. Io sono l’universo…Il risultato del combattimento è deciso fin dall’inizio; questo significa che attaccare la mia persona, fatta universo, equivale a distruggere l’armonia dello stesso; quindi nello stesso istante in cui l’avversario vuole misurarsi con me, ha già perso… Vincere significa: vincere e distruggere in sè lo spirito del combattimento…».

 L’Aikido nella vita di ogni giorno                                                                                           13/2/2011

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Aikido è piegarsi sulle ginocchia quando raccogli qualcosa, vivendo la flessibilità del corpo e l’umiltà del piegarsi in ogni atto quotidiano.

Aikido è respirare con la pancia, con la schiena, con le reni, dal perineo fino al diaframma, e sentire il radicamento a terra anche mentre cammini tra i negozi il fine settimana.

Aikido è la precisione del gesto della mano, del braccio, della spalla, del tronco, della testa, del bacino, della gamba e del piede, gesto che rispecchia fedele l’intenzione di ciò che vuoi fare, come prendere una fotocopia tra una pratica e l’altra.

Aikido è il passo contenuto mentre ti muovi nel mondo, mentre l’avampiede è seguito dal piegarsi del ginocchio per portarti con morbidezza, stabilità e prontezza sulla Terra.

Aikido è il respiro e il sorriso guardando negli occhi, mentre con rispetto e compassione pratichi il gesto più efficace, con tranquillità.

Aikido è essenzialità nella parola, nel pensiero, nell’azione, nell’emozione,
mentre ordini passo dopo passo, inesorabilmente, in semplicità e con facilità  ciò che prima era complesso, come stare tra tante avversità contemporaneamente.

L’Aikido non inizia quando entri nel dojo e non termina quando ne esci con l’inchino.

Alessandro
www.laforzadellessenza.blogspot.com

 Un ospite dagli Usa: Malcolm Tiki Shewan                                                                            21/9/2012

Abbiamo avuto il piacere di ospitare presso il nostro dojo, nelle sedi di Feletto Umberto (UD) e Monfalcone (GO), Malcolm Tiki Shewan, grande maestro di Aikido e Iaido, per due lezioni alle quali hanno partecipato diversi praticanti di Aikido della regione.

Malcolm Tiki Shewan è nato il 19 maggio 1951 a Somerville N.J., U.S.A.

Ha cominciato lo studio della scherma quando aveva 6 anni. All’età di 8 anni, suo padre lo iscrisse ai corsi di Judo al Budokwai di Londra.

Nel 1961 abbandonò lo Judo e si dedicò alla scherma sotto la direzione del Maestro Fredick Rhodes,  considerato uno degli schermitori più eccellenti d’Europa.

Fu alla Rhodes Accademy che M.T. Shewan per la prima volta  iniziò lo studio dello IAI, l’arte dell’estrazione e taglio con la spada giapponese. Le sue prime lezioni dell’arte gli sono state impartite Reverendo Khan, che era un prete buddista al Tempio Zen di New York ed un abile insegnante di Kendo ed Iaido nello stile del Muso Jikiden Eishin Ryu. Il Reverendo Khan, a quel tempo, teneva regolari lezioni alla Rhodes Accademy.

A età di 17 anni ha cominciato lo studio dello IAI con Otani Yoshiteru Sensei, un insegnante di Tenshin Sho Jigen Ryu E Muso Shinden Ryu.

Nondimeno il suo interesse per la Spada Giapponese era nato ben prima di questo periodo e, in fatti, risale alla sua infanzia. Suo padre, un celebre collezionista di armi e molto versato nella storia della guerra, come anche della manifattura di armi e armature in genere, aveva coltivato l’interesse di suo figlio per la Spada Giapponese.

Egli frequentò lezioni e conferenze tenute a partire circa dal 1970 da Usui Bumpei Sensei, un estimatore competente di Nippon-to, al Tempio Zen di New York.

A 18 anni si diplomò alla Portsmouth Priory e si trasferì per i suoi studi universitari di Lingue Moderne in Europa. Ha continuato i suoi studi di scherma sotto la direzione del Maestro Bela Imregy all’Università di Oxford, e di IAI ogni qualvolta ritornava a casa negli Stati Uniti.

All’età di 19 anni, i suoi studi lo portarono a Losanna in Svizzera e lì incominciò lo studio dell’ Aikido alla Lausanne Aikikai con J.M. Burnier E D. Brunner. Poco tempo dopo incontrò Tamura Nobuyoshi Shihan.

Nei ricordi di M.Tiki Shewan, questo incontro rappresenta un punto di svolta nella sua vita. Abbandonò la scherma e dedicò tutto se stesso allo studio dell’Aikido con il Maestro Tamura, come altre Discipline Marziali giapponesi sotto insegnanti vari.

Da questo periodo (1970) in avanti, egli ha dedicato 4- 6 ore quotidiane alla pratica di Aikido e Budo fino a 1981, quando si recò in Giappone approfondire questi studi.

Nel 1972 ha guadagnato il titolo di Shodan (1° Dan) di Aikido .

Nel 1973 il Sig. Pierre Chassang gli ha offerto un posto d’insegnamento all’Aiki Club di Cannes in Francia. Onorato da questa proposta, ha lasciato la Svizzera per venire a vivere a Cannes. Questo spostamento gli ha offerto la possibilità lavorare più intensivamente sotto la direzione di Tamura Sensei, che vive anch’egli nella zona.

Nel 1974 gli è stata data l’autorizzazione all’insegnamento Fukushido-In . Gli è stata data anche la responsabilità di Consulente Tecnico Regionale (DTR) nell’U.N.A.  (Union Nationale d’Aikido) in particolare per  le regioni Midi-Pyrennees e Costa Azzurra. A tutt’oggi continua a rivestire questo ruolo tecnico-consultivo all’interno della Federazione Francese d’Aikido (FFAB).

Nel 1975 gli è stato conferito Nidan (2° Dan) di Aikido.

Fu pure nel 1975, mentre si trovava negli U.S.A., che ha incontrato e ha lavorato intensamente con Mitsuzuka Takeshi Shihan. Durante questo periodo si dedicò a perfezionare i suoi studi di MUSO Shinden Ryu Iai e ha cominciato il suo studio di Shindo Muso Ryu Jodo.

Più avanti, considerata la sua conoscenza delle lingue, giapponese incluso, M.Tiki Shewan anche ha giocato un ruolo attivo nella Federazione Europea di Aikido (E.A.F. – F.E.A.) durante i suoi primi anni.

Nel 1975 il Dosshu Kisshomaru Ueshiba è stato invitato dall’E.A.F. a fare un giro di Europa durante il quale Malcom Tiki Shewan accompagnava la delegazione e fungeva da Uke per il Dosshu durante la maggior parte delle sue dimostrazioni del europee. Al termine del giro il Dosshu partecipò all’assemblea che vide la fondazione della Federazione Internazionale d’Aikido I.A.F. e M. Tiki Shewan partecipò attivamente alle fasi iniziali dell’attività dell’IAF come traduttore.

Nel 1977 Mitsuzuka Sensei venne in Francia su invito di Tamura Sensei e dell’E.A.F. per una serie di seminari riguardanti sia Iaido che Jodo, per un periodo di 2 mesi. Questa visita portò alla creazione della Federazione Nazionale di Iaido e della Federazione Europea di Iaido ed ha giocato un ruolo importante nello sviluppo di questa disciplina in Francia ed in Europa.

Il suo continuo interesse nella pratica della scherma giapponese e per di più l’enorme esperienza pratica acquisita attraverso numerosi e intensivi corsi d’addestramento sotto la direzione d’insegnanti quali Mitsuzuka Sensei, Nakazono Sensei, Chiba Sensei, Tada Sensei, Tamura Sensei, Draeger Sensei, Kaminoda Sensei, Arikawa Sensei e altri, hanno raffinato e consolidato la sua pratica con armi (Tanto, Jo, Iai e Ken) come altrettanto le tecniche a mani nude in Aikido. In questo modo ha sviluppato una visione d’insieme straordinaria che integra tutte delle discipline che ora ha studiato in una visione generale per il pratica del Budo.

Nel 1979 ha ricevuto il Sandan (3° Dan) di Akido, diventando così il più giovane consulente tecnico della federazione a ricevere questo grado.

Ma la sua profonda conoscenza della forgiatura e lucidatura della Spada giapponese gli è stata insegnata da Wakita Ryosui Shissho durante una lunga visita in Europa e durante il soggiorno di M. Tiki Shewan in Giappone in 1981, dove ha studiato come apprendista costruttore di spade.

Per 15 mesi ha studiato gli antichi metodi precedenti il periodo Edo (1600), che i costruttori di spade giapponesi usavano per creare le magnifiche armi del periodo Koto.

Wakita Shissho ha avuto la manutenzione della sua fucina nella regione isolata montuosa di Nagano-Ken ed era qui che Shewan ha dedicato tutto il suo tempo alla cultura e su come costruire piccoli forni da fucina.

Studi paralleli hanno sulla lucidatura della Spada, le Tecniche di Tsuba. la creazione di foderi e altre arti come: la creazione di armi di legno bokken, ceramiche e falegnameria.

Questo viaggio gli ha permesso di visitare numerose scuole di spada classica che raramente aprono la loro porta a visitatori stranieri. Grazie alla presentazione di Donn F. Draeger, Shewan poteva visitare Scuole come: Tenshin Shoden Katori Ryu scintoista, Jikishin Kage Ryu, Yagyu Shinkage, Tendo Ryu, Kashima Ryu scintoista, Tatsumi Ryu, Maniwa Nen Ryu, Itto Ryu, Ogasawara Ryu, Masaki Ryu. Durante questo tempo ha continuato il suo studio di Iai, Jodo ed Aikido.

Nell’ 1982 sul suo ritorno dal Giappone Shewan ha fondato il G.R.M.T. – Gruppo per la Ricerca in Metallurgia Tradizionale- per poter continuare ed elaborare lo studio delle tecniche della fucinatura che aveva imparato durante il suo apprendistato.

1982 Sig. Shewan riceve Aikido Yondan (4th Dan).

Malcolm Shewan è un membro del Bladesmith American Society il cui Presidente, fondatore  e Mastersmith è Guglielmo F. Moran.

Sig. Moran è responsabile della riscoperta  delle antiche tecniche di creazione dell’acciaio Damascus.

In questo periodo Shewan ha trascorso un anno nell’U.S. per lavorare solo sulle tecniche della fucinatura.

Visita il più possibile Bill Moran per imparare le tecniche  Damascus.

Il primo evento che è stato organizzato dal G.R.M.T. in collaborazione col Museo del Ferro a Vallorbe, (Svizzera), era un corso in finitura Damascus e fucinatura a mano impartito da Guglielmo F. Moran ed i partecipanti erano numerosi, in gran parte, lavoratori del metallo esperti.

Grazie ai suoi contatti Shewan poteva lavorare in collaborazione col Laboratorio dei Metalli e Museo del Ferro di Nancy nel campo di Paleo metallurgia particolarmente in relazione alla riscoperta di tecniche metallurgiche del periodo gallo-romano. E nella fucina che ha creato in Villefranche   Rouergue, i membri del Gruppo hanno partecipato nella creazione di coltelli in stile gallo-romano da lingotti antichi forniti dal Laboratorio dei Metalli.

Questa cooperazione ha dato la nascita nel 1988 all’organizzazione di un evento significativo: l’invito a 4 fabbri giapponesi  di venire in Francia per produrre la prima spada giapponese su suolo europeo ottenuta da minerale metallico europeo.

L’evento risulta in un gran successo e l’osservazione dei metodi tradizionali giapponesi ha influenzato molti creatori di coltelli europei.

Nel 1982 M.T. Shewan è stato nominato Responsable Tecnico Nazionale (RTN) nella Federazione Francese Libera d’Aikido e Budo (F.F.L.A.B.), Aikikai di Francia.

Nel 1983 Shewan ha scritto il suo primo libro sul Budo intitolato “Iaido- L’Arte della Spada Giapponese” e ha venduto 5.000 copie nella lingua francese.

Nel 1984 attivo nell’insegnamento dell’Aikido riceve promozione a Aikido Godan (5th Dan).

Nel 1988 riceve il Diploma d’educatore di stato di 1 Grado ed a fine d’anno è stato promosso Rokudan (6th Dan).

Nel 1988 è ritornato ancora una volta in Giappone per il suo studio e, al termine dell’anno che ha celebrato il suo matrimonio.

Nel 1989 ha ricevuto il Diploma d’educatore di stato di 2º Grado ed è divenuto il padre di gemelli.

Shewan continua partecipare attivamente nell’insegnamento di Aikido ATN tanto (CEN) del FFAB, Membro del Direttorio del FFAB (1992-1997), capo della Commissione per le Relazioni esterne responsabile per la Formazione delle Giurie (1992-1997) con Toshiro Suga e Rene Trognon.

Assicura anche l’Asse Tecnico Consultivo dell’Iai europeo Federazione con Pascal Krieger e Rene Vandroogenbroek.

Oggi, Shewan continua  il suo studio personale del Budo, dà seminari in collaborazione con altri che hanno scopi simili, come Pascal Krieger, Rene Vandroogenbroek, Rene Trognon, Toshiro Suga, Jaff Raji, Dominique Pierre, Floreal Perez ed altri amici.

Ha la mantenuto il suo interesse nella metallurgia antica e lavora a su un libro che tratta la pratica del budo giapponese dal punto di vista d’osservazione di un’occidentale.

Il suo passatempo favorito è la Pesca a Mosca e regolarmente pubblica articoli su questo soggetto in Europa ed in periodici americani. E anche l’autore di un libro popolare su “Pesca Pratica ” in lingua francese.

 Iniziano i corsi di Aikido 2012/2013                                                                                      21/9/2012

Dopo la pausa estiva, iniziano i corsi di Aikido 2012/13 del MuTokuKan dojo, come sempre con la guida del maestro Alessandro Chiancone V dan. 

Importanti novità per il corso di Feletto Umberto (UD) che si trasferisce in una nuova sede, completamente dedicata alle arti marziali, sempre in Via Cadore (di fronte al Funny Center). Oltre al corso per over-14, quest’anno verrà inaugurato un corso di aikido dedicato a bambini e ragazzi, sempre il lunedì e il mercoledì. Il corso sarà presentato in occasione del Funny Dojo Open, sabato 8 e domenica 9 settembre, durante il quale si potrò provare gratuitamente a praticare l’aikido ed altre arti marziali: per informazioni link

A Trieste il corso per adulti si tiene nella palestra del Palasport di Chiarbola, in via Visinada 5 (martedì, giovedì e sabato) mentre il corso per bambini è al Dopolavoro Ferroviario in via Ottaviano Augusto 20/a (martedì, giovedì)  e al Palasport di Chiarbola (sabato).

Tanti momenti e possibilità per praticare l’aikido con un insegnante di livello internazionale. Oltre a guidare il MuTokuKan dojo, il maestro Chiancone tiene infatti stages di Aikido in Italia e in Europa, come ad esempio lo stage a Vallgorguina (Barcellona) il 22-23 settembre: per informazioni link

 Shodan                                                                                                                                     22/5/2013

(photo courtesy by  Wolfgang R. Fuerst )

Domenica scorsa ho sostenuto l’esame per shodan. Quando mi avvicinai alla pratica, non pensavo al conseguimento della “cintura nera”. L’Aikido era interessante di per sé e scoprire lezione dopo lezione nuovi orizzonti, appagava – e appaga – la mia passione.  Tuttavia il momento dell’esame è importante e voci autorevoli hanno indicato con chiarezza il motivo. Da parte mia in questi anni ci sono stati una buona costanza e un certo impegno, ma questo è solo un aspetto della vicenda.

Dove sarei arrivato senza la dedizione e la pazienza del Sensei? Cosa avrei compreso senza gli altri praticanti? Come avrei affrontato l’esame senza i consigli e il sostegno (un augurio, una frase) di alcuni miei compagni? In una parola: cosa avrei combinato senza l’aiuto degli altri? Ben poco, se non nulla. A pensarci bene, ci sono anche la mia famiglia e altri amici, che di aikido non sanno niente e che tuttavia mi sostengono. Il cerchio si allarga…

Potrebbe sembrare il riassunto dei soliti ringraziamenti alla fine di un film già visto. Ma non è così. È la sincera constatazione, scevra da sentimentalismi, di un dato di fatto. Senza gli altri non si va da nessuna parte. Non sono IO, IO, IO che faccio l’Aikido. Siamo NOI a praticarlo insieme.

Questa riflessione non chiude una storia, non è un titolo di coda, perché anche se non avessi superato l’esame o addirittura non l’avessi affrontato, l’aiuto c’è stato e continua ad esserci comunque. L’esame l’ha rimesso in evidenza e mi ha offerto l’opportunità di parlarne.

Perciò rivolgo con rinnovato sentimento al Sensei e a tutti quanti il mio ringraziamento:

domo arigato per il passato, per il presente, per il futuro.

Mauro